EnricoMarcora
        
        
          Co.Ge.Mar S.p.A.
        
        
          
            Una conversazione di EnricoMarcora_Co. Ge.Mar.
          
        
        
          
            conCeciliaBolognesi, direttore di Dedalo
          
        
        
          est Europa
        
        
          L’esperienza
        
        
          di un
        
        
          imprenditore
        
        
          
            CB
          
        
        
          Agli inizi degli anni 90 laMarcoraCostruzioni iniziaunafiorente
        
        
          attività all’estero: quale è stata l’occasione che vi hapermessodi
        
        
          muovere i primi passi?
        
        
          
            EM
          
        
        
          Lamolla che ci portò all’epoca a lavorarenei paesi dell’Est fu la
        
        
          delocalizzazionedelle attività industriali dimolti nostri clienti storici.
        
        
          Mi riferisco cioè amedi industriali del nord, chehanno incominciato
        
        
          ametàdegli anni 90 ad andare alla ricercadi paesi dove il costodella
        
        
          manod’opera fosse inferiore a quello italiano ed i paesi dell’est, per
        
        
          noi laRomania, eranoquelli che attraevano ilmaggior numerodi
        
        
          investimenti. Come impresanoi abbiamo solo risposto adun’esigenza
        
        
          delmercato.Ovviamentepoi ci siamo allargati ad altri paesi come
        
        
          Bulgaria, Russia.Ma laRomania è stata l’inizio e sicuramente era
        
        
          il paesepiù vicino all’Italiaper lingua, cultura edopportunità
        
        
          economiche.
        
        
          
            CB
          
        
        
          Quando si èpresentata l’opportunità come vi sieteorientati:
        
        
          unadelocalizzazione temporaneadi qualche servizio, di unaparte
        
        
          dell’impresao cosapensavatedi potere strutturarenel nuovopaese?
        
        
          
            EM
          
        
        
          La scelta fatta alloranon era soloquelladi andare a faredei lavori
        
        
          all’esteroma creareun’organizzazione stabilenel paese. Li abbiamo
        
        
          creatogli uffici dell’azienda, imagazzini, acquistato attrezzature a
        
        
          norma locale  ed avevamogranpartedi dipendenti locali (quasi a
        
        
          500dipendenti). Ilmanagement era totalmente italiano, giovani
        
        
          italiani in gamba e volenterosi chehannodecisodi abbandonare
        
        
          l’Italiaper una sfida eccezionaledal puntodi vista lavorativo ed
        
        
          umano. Il successo si spiega conuna riflessione sulmomento in cui
        
        
          ci trovavamo: ametàdegli anni 90, ovveropochi anni dopo la caduta
        
        
          delmurodel 1989 ilmondo adEst cambiò radicalmente ed agli
        
        
          Europei si presentòun’opportunità inquei paesi incredibile. Primadi
        
        
          tutto si spalancavano leportedi unapartedell’Europa totalmenteda
        
        
          ricostruirema soprattutto avveniva la liberalizzazionedi unmercato
        
        
          primadella caduta impossibiledapenetrare.
        
        
          
            CB
          
        
        
          SecondoLei questo èun fenomenofinitoopossiamo ipotizzareun
        
        
          progetto ancheper il prossimo futuro?
        
        
          
            EM
          
        
        
          I paesi dell’est inmodi emanierediverse saranno a lungoun
        
        
          bacinoper il settoredelle costruzioni, oggi inmanieramoltopiù
        
        
          sofisticata; quando siamo arrivatonoi questi paesi eranoparagonbili
        
        
          adundopoguerra italiano, siaper i lavori chebisognava fare chenello
        
        
          spiritodellepersone: inequivocabilmente tutti avevanodesiderio
        
        
          di chiudereun’epoca, di lasciarsela alle spalle, e cercaredel nuovo.
        
        
          Non solo era la ricercadi unbenessere economicoma anchedi
        
        
          un’economiapiù libera.
        
        
          
            CB
          
        
        
          Ideali secondo lei poi raggiunti o traditi?
        
        
          
            EM
          
        
        
          Assolutamente traditi. La crescita economica c’è statamabasata
        
        
          più sull’arricchimentodi alcuni singoli o gruppi elitari; non c’è
        
        
          statauna crescita economica omogenea all’internodi tutto il paese.
        
        
          Nonostante tutto ilmodello italianodel dopoguerrahadato la
        
        
          possibilitàdi fare crescereuna “classemedia” ingranpartedel paese,
        
        
          chepoi èdivenuta la vera forzadel paese. In alcuni paesi dell’Est si è
        
        
          creatauna oligarchia economica, inparticolare inRussia. Noi all’Est
        
        
          abbiamo seguito ilmercatodegli operatori stranieri, principalmente
        
        
          italiani, che arrivavano inRomaniaper creareunitàproduttive. I
        
        
          nostri clienti per noi sono stati degli Italiani, poi i Tedeschi, Israeliani,
        
        
          poi abbiamo lavoratoper società locali chehanno incominciato a
        
        
          chiedere costruzioni conqualità italiana.  Ilmodelloperseguito era
        
        
          basato suun forte radicamentonel territorio che ci hapermessouna
        
        
          discreta espansionedelle attività. E’ ovvio che soprattutto le grandi
        
        
          multinazionali apprezzavanomolto lapresenzadi unoperatore
        
        
          straniero cheportava knowhownel settoredelle costruzioni, solidità
        
        
          finanziaria e curriculumdi lavori. Il tutto accompagnatodauna stabile
        
        
          organizzazione chedava lapossibilitàdi dare risposte a tutti i problemi
        
        
          tecnici edurbanistici del paese.
        
        
          
            CB
          
        
        
          Su che generedi prodotto eravateorientati?
        
        
          
            EM
          
        
        
          All’inizio sostanzialmente ci occupavamodi industriale costruendo
        
        
          leunitàproduttive che si delocalizzavano, ed abbiamo creato anche
        
        
          una società conunprefabbricatore italiano. In seguito abbiamo
        
        
          realizzatopalazzi per uffici ed edifici residenziali. Unpercorso
        
        
          estremamente interessante è statoquellodelle attività immobiliari
        
        
          poiché afiancodelmercatodelle costruzionimolti di questi paesi
        
        
          offrivano ed ancheoggi offrono interessanti opportunità  di sviluppo
        
        
          immobiliare: il costodei terrenti è estremamentemodesto e le società
        
        
          multinazionali erano alla ricercadi uffici o immobili funzionali, con
        
        
          caratteristiche europee.Oggi la situazione èdifferentenel senso che
        
        
          ognimercatopresentadellenicchie, chebisogna sapere cogliere.
        
        
          
            CB
          
        
        
          Quali sono ledifferenze sostanziali traora ed allora?
        
        
          
            EM
          
        
        
          Allora  c’eranomargini di profitto importanti, eravamo i primi ad
        
        
          arrivare ed avevamoquasi ilmonopoliodelle costruzioni, ci aiutava
        
        
          molto inoltre avere lo stabilimentodi prefabbricazione. E’ stata
        
        
          stataun’esperienza esaltante. All’epoca lanostra compagnia aerea
        
        
          nazionalenon arrivavaneanche inRomania, c’era solouna aereo
        
        
          russodellaTaron. L’aeroportodiOtopeni eraunapiccola casetta con
        
        
          delle strane volte sul tetto edunapistadi atterraggio inmezzo ai prati.
        
        
          Bucarest all’iniziodel 900 erauna cittàbellissima, veniva chiamata la
        
        
          “Parigi dell’est”,mapoi è statadistrutta ingranpartedaCeau
        
        
          ş
        
        
          escu
        
        
          per ricostruirvi sopra secondo il “suo stile” i palazzi governativi come
        
        
          la sededel parlamento edel popolo.Quando siamo arrivati noi lo
        
        
          spiritodella città era veramenteduplice, laBucarest prima edopo
        
        
          Ceau
        
        
          ş
        
        
          escu. Noi abbiamo coltounmomento favorevole ed avevamo
        
        
          strutturalmente la forzadi usciredall’Italia, avevamo la forzadel
        
        
          nostro knowhow e sapevamo venderci e vendere lenostre capacità
        
        
          per provare a costruiredel nuovo. Ionon sopiù seoggi le imprese
        
        
          italianehanno la voglia o anche le forzeper una sfidadi questo tipo
        
        
          ed inoltre la concorrenza èmolto superiore aquelladi allora, il
        
        
          mercatomoltopiù competitivo. Inoltre ladiplomazia e lapoliticanon
        
        
          sempre aiutano; se guardo allapolitica cinese inAfricaora è chiaro
        
        
          come stianoprocedendo: uno scambio tramaterieprime in cambiodi
        
        
          operepubbliche.Mami è altrettanto chiaro che si trattadi contratti a
        
        
          livello governativo, di opportunità cheuno stato attivo si adoperaper
        
        
          chiudere contratti vitali allo sviluppodel paese.
        
        
          Le imprese italiane sono sempreben viste all’esteroma il sostegno
        
        
          del nostrogoverno e lapoliticadel sistemabancarionon favorisce la
        
        
          nostrapenetrazione in altri territori.